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Archivio di Stato di Salerno

Paolo Emilio Bilotti

Paolo Emilio Bilotti nacque a Vallefiorita, in provincia di Catanzaro il 4 febbraio 1860. Fu educatore e direttore di convitto prima cominciare a lavorare negli Archivi di Stato, prima a Bari, poi a Caserta, finché nel 1891 non divenne direttore dell’Archivio Provinciale di Salerno, che diresse per oltre trent’anni. ritratto di Paolo Emilio BilottiL’interesse per la storia allora recente del Risorgimento italiano è alla base dei suoi saggi La spedizione di Sapri: da Genova a Sanza, del 1907 e I Cacciatori dell’Irno: vicende di un battaglione di volontari nel 1860 del 1926.
Fece parte della Regia Commissione per la conservazione dei monumenti. Suo grande merito verso la città di Salerno fu la fondazione, nel 1929, della Società Salernitana di Storia Patria, dal cui seno scaturì la rivista di studi storici «Archivio storico per la provincia di Salerno», che seppur con alterne vicende è ancor oggi viva ed attiva col nome di «Rassegna storica Salernitana».
La sua figura di «studioso solitario e schivo», come lo definì il Croce, prende forma attraverso le ricche collezioni che ha lasciato all’Archivio di Stato di Salerno, e che rivelano la sua passione per il passato, sia che prenda la forma di libri, o di monete.
La collezione numismatica lasciata da Paolo Emilio Bilotti costituisce un importante segmento del patrimonio dell’Archivio di Stato.
Le monete della collezione coprono un arco temporale lunghissimo, che va dal VI sec. a.C. fino al 1920 circa. Si tratta di una raccolta eterogenea, comprendente monete emesse dalle antiche città della Magna Grecia, monete romane, monete delle zecche longobarde e normanne, e così via fino ad arrivare ai primi anni del XX secolo. Si tratta di circa 11000 reperti, non ancora completamente studiati.Lo stesso Bilotti aveva iniziato a classificarli, come dimostrano alcuni quaderni manoscritti rinvenuti fra i suoi documenti.
Leopoldo Cassese, direttore dell’Archivio di Stato di Salerno tra il 1934 e il 1960, ne redasse un elenco cui ancor oggi si fa riferimento.
Monete dal fondo Bilotti sono state esposte in diverse mostre dell’Archivio di Stato di Salerno: Dalla Repubblica Partenopea all’Unità d’Italia (1989), in cui furono esposte monete della Repubblica Partenopea; Nummus Munus (Giornate Europee del Patrimonio 2008), che ne proposto una scelta cronologica, ed infine Per una storia non antropocentrica: L’uomo e gli altri animali (2009) di cui ha costituito una sezione a parte la presenza degli animali nell’iconografia numismatica.
La passione di Bilotti per lo studio delle monete antiche si rivela anche all’interno del fondo bibliografico, in cui sono presenti numerose opere di argomento numismatico: da Costanzo Landi (sec. XVI) a Rickhe de Josse (sec. XVII) a Johann Heinrich Schulze, al provenzale Dominique Magnan e all’italiano Francesco Daniele, eruditi studiosi di storia antica, fino ai più noti Mionnet e Sambon, (sec. XVIII), al Garrucci al Riccio al Diodati (sec. XIX) fino a Memmo Cagiati (sec. XX), autore di un vero e proprio manuale per i collezionisti di monete.
L’importanza che questi studi hanno avuto nella loro epoca e in quelle successive è testimoniata dai luoghi di stampa, spesso molto distanti dalla residenza degli autori – l’opera di Costanzo Landi, italiano, è stampata a Lyon (Lugduni Batavorum) nel 1560 e dalle traduzioni, come avviene per l’opera dello Schulze, tradotta dal tedesco in italiano da Giuseppe Budon nel 1790.
Fu autore di piccoli saggi sull’argomento, come Gordano Pio sul trono dei Cesari: nota storico-numismatica (Salerno: Tip. Fratelli Jovane, 1907), in cui narra come, attraverso una moneta ritrovata durante dei lavori stradali in via Velia a Salerno, sia stato possibile stabilire l’esistenza dell’imperatore Gordano Pio.



Ultimo aggiornamento: 02/05/2023